About...

Questo blog nasce all’interno del nostro percorso in Psicologia del benessere, una nuova aria che si respira tra i corridoi della Facoltà.

L’idea è far scoprire alle persone le potenzialità che hanno per poter affrontare al meglio le sfide di ogni giorno.

Abbiamo deciso di avventurarci nel mondo dell’empowerment familiare, perché, attraverso le nostre esperienze abbiamo avuto modo di toccare con mano quanto sia importante la famiglia come fonte di supporto e come fattore protettivo, ma anche come questa, in alcune situazioni particolari della vita, possa aver bisogno di un aiuto!

Curiosi di saperne di più? vi aspettiamo qui!! :)

Alice & Maura

martedì 31 gennaio 2017

Si può litigare in maniera costruttiva?

Consigli su come imparare a gestire una situazione conflittuale



“Colui che si adira con la persona nel momento e modo giusto è sapiente”
Aristotele



Oggi vi vogliamo parlare di un argomento caro a molti: il litigio.
A volte, impegnandosi, è possibile evitarlo, ma altre volte sembra proprio l'unica soluzione da mettere in atto.
Ogni relazione umana, di coppia, di amicizia, d'amore, di lavoro ecc, ha in sè momenti di accordo e di disaccordo: ognuno è diverso dall'altro e porta in campo opionioni e pensieri propri, frutto del vissuto e della storia personale. 
Partendo dal presupposto che il conflitto fa parte della natura umana dell'uomo, ci siamo chieste: esiste un modo per litigare in maniera costruttiva? 
Noi vi suggeriamo alcuni atteggiamenti da evitare e alcune azioni da compiere, per far sì che le energie spese nel litigio portino ad un esito costruttitivo e, perchè no, ad un rafforzamento del legame!
Prendere consapevolezza di cosa si può fare e cosa evitare durante una discussione, è il primo passo per affrontarla nel modo migliore possibile.

Non sono una ricetta perfetta, ma sicuramente ci possono aiutare:

Azioni da NON compiere:
1. Scusarsi prematuramente;
2. Essere evasivi, rimanere in silenzio, andarsene;
3. Usare la conoscenza approfondita dell'altro per sferrare colpi bassi e umiliare;
4. Introdurre argomenti che non c'entrano;
5. Fingere di essere in accordo mentre di cova risentimento;
6. Dire all'altro come si sente, mettendo in atto una "lettura del pensiero";
7. Attaccare indirettamente con critiche qualcuno o qualcosa di importante per l'altro;
8. Indebolire l'altro incrementando la sua insicurezza o minacciando un disastro.

Azioni da compiere:
1. Definire il problema e ripetere le ragioni dell'altro con parole proprie;
2. Comunicare i propri sentimenti positivi e negativi;
3. Accettare dei feedback sul proprio comportamento;
4. Chiarire dove si è d'accordo e dove no, cosa interessa di più ad ognuno;
5. Porre domande che aiutino l'altro a trovare parole per esprimere la propria preoccupazione;
6. Aspettare che le esplosioni spontanee si plachino senza rappresaglie;
7. Offrire suggerimenti positivi per un miglioramento reciproco.


Proviamo a metterle in pratica e vediamo cosa succede!
A presto!

Maura & Alice



Fonti:
La relazione di coppia oggi, Una sfida per la famiglia. Pierpaolo Donati
Appunti Università Cattolica del Sacro Cuore (MI) Iafrate R. 

martedì 10 gennaio 2017

Ciao Bauman...



A pochi giorni dalla pubblicazione del nostro articolo sul lutto, è venuto a mancare ieri un grande personaggio, filosofo e sociologo, che molto ha lasciato a noi futuri psicologi Zygmunt Bauman.
Noi lo vogliamo ricordare così, con la sua idea di felicità che si intreccia bene con l'idea centrale del nostro blog. 

“Non è vero che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato, ci si sente persi se aumentano le comodità”. 
Grazie! 



A presto 
Maura & Alice

domenica 8 gennaio 2017

Lutto ed empowerment: un ossimoro?

Piccoli consigli per imparare a perdere 

“Come accade spesso ci misero un po’ a ricordarsi che, quando muore qualcuno, agli altri spetta di vivere anche per lui- altro non c’è di adatto.”
Alessandro Baricco




La nostra esistenza è caratterizzata dalla perdita.

Perdiamo tempo,
perdiamo le chiavi di casa,
perdiamo i treni,
perdiamo i capelli,
perdiamo le parole,
perdiamo i calzini,
perdiamo la pazienza,
perdiamo il lavoro,
perdiamo le persone a cui vogliamo bene.
Come si fa?



L’emozione di quando si perde qualcosa di importante è il lutto. Ebbene sì, il lutto è un’emozione specifica. Non è  solo dolore o tristezza quello che proviamo al termine di una storia d’amore o di amicizia, al termine di un contratto di lavoro o quando una persona a noi cara viene a mancare. La scelta predominante è quella di chiudersi in se stessi e dimenticare il più possibile, in modo da anestetizzare il dolore. Aiuta? Forse.

Sappiamo però che il lutto ha 5 tappe, che possiamo attraversare molto velocemente o molto lentamente. Ma sono tappe che val la pena attraversare!

  1. Negazione o rifiuto, il meccanismo di difesa più celebre che equivale a dire “non è mai successo”;
  2. Rabbia, spesso si contraddistingue per essere generalizzata verso l’esterno, impedendo di conseguenza agli altri di prendersi cura di chi soffre;
  3. Contrattazione o patteggiamento, riguarda l’idea che la perdita o la morte possa essere rimandata;
  4. Depressione, servono spiegazioni?! È il momento del dolore, del pianto e della ricerca di solitudine;
  5. Accettazione, comprensione dei fatti avvenuti e superamento. Nel situazioni in cui si perdono persone care può essere facilitata dalla costruzione di ricordi condivisi con altri membri della famiglia in modo da spostare la persona che si è persa da “fuori” a “dentro”.
Tappe fondamentali che ci permettono di vivere in modo resiliente e positivo anche una situazione spiacevole come... perdere. Serve forse imparare a prendersi del tempo anche per perdere e per ritrovare il senso, tempo per rincominciare, 

 A presto,
Alice e Maura