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Questo blog nasce all’interno del nostro percorso in Psicologia del benessere, una nuova aria che si respira tra i corridoi della Facoltà.

L’idea è far scoprire alle persone le potenzialità che hanno per poter affrontare al meglio le sfide di ogni giorno.

Abbiamo deciso di avventurarci nel mondo dell’empowerment familiare, perché, attraverso le nostre esperienze abbiamo avuto modo di toccare con mano quanto sia importante la famiglia come fonte di supporto e come fattore protettivo, ma anche come questa, in alcune situazioni particolari della vita, possa aver bisogno di un aiuto!

Curiosi di saperne di più? vi aspettiamo qui!! :)

Alice & Maura

lunedì 22 febbraio 2016

Cinema e dintorni: Still Alice e il morbo di Alzheimer

Se vi siete chiesti come potrebbe essere avere l’Alzheimer, guardate questo film!



Preparate i fazzoletti: a cinema e dintorni oggi si piange!

Still Alice è un film del 2014, tratto dal libro Perdersi scritto da Lisa Genova, laureata in neuropsichiatria ad Harvard, al suo esordio con questo romanzo. L'adattamento cinematografico è stato diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland, con protagonista Julianne Moore nei panni di Alice. 

Nel 2015, grazie a questo film, l'attrice Julianne Moore ha vinto diversi premi, tra cui il premio Oscar e un Golden Globe come miglior attrice protagonista in un film drammatico. 

Il film racconta la storia di Alice Howland , una donna di 50 anni, docente universitaria e madre di famiglia. Una donna in carriera, intelligentissima, una scienziata di successo che per anni ha studiato il linguaggio e il cervello. Quando, durante una conferenza, perde una parola e non riesce più a richiamarla alla memoria capisce di avere qualcosa che non va. La diagnosi è semplice: morbo di Alzheimer.

Fin dalle prime scene si viene accompagnati nella vita di questa donna e insieme a lei si soffre un po’ mentre perde la strada di casa, il cellulare e tutto quello che. Con delicatezza, prima il libro e poi il film, definiscono un ritratto di quello che potrebbe significare avere una malattia neurodegenerativa come il morbo di Alzheimer. Un ritratto che può solo essere considerato verosimile, ma che tuttavia riesce a restituire tutta la fragilità pur senza cadere nel patetico e nel melodrammatico. Il film, però non racconta solo la malattia di Alice, ma anche quella del regista Richard Glatzer a cui era stata diagnosticata la SLA poco prima che iniziassero i lavori alla pellicola. Questo offre alla pellicola un nuovo punto di vista sulla malattia che ha portato alla scelta onesta e diretta di raccontare la malattia in modo intimo, raccolto e riservato. Non pensate che vengano raccontati i grandi drammi: il film si limita ad accompagnare gli spettatori nel percorso della malattia, così come il libro accompagna in modo semplice il lettore... interrogandolo. 

La regia sceglie anche di rispettare la scelta stilistica del romanzo di raccontare in prima persona. Questo permette di immergersi totalmente nella storia e nella fatica della malattia con delicatezza, attraverso gli occhi di Alice, continuamente al centro della pellicola grazie ai primi piani delle inquadrature che diventano via via più sfuocati col progredire della malattia.


“I miei ieri stanno scomparendo, i miei domani sono incerti, e allora per cosa vivo?
Vivo giorno per giorno. 
Vivo nel presente.
Uno di questi domani dimenticherò di essere stata qui davanti a voi a tenere questo discorso.
Ma solo perché presto me ne dimenticherò non vuol dire che l’oggi non conta.
(Lisa Genova)

Con questa frase, Alice, chiude il suo intervento a un convegno sul morbo di Alzheimer.
Ho scelto di usarla come risposta all’interrogativo che si poneva Oliver Sacks davanti alle demenze (e che mi sono posta anche io centinaia di volte). Come viverci? Come parlarci? Che tipo di speranza? Cosa possiamo fare? È solo prendendo atto del fatto che persone con malattie come questa vivano nel presente e giorno per giorno, solo partendo da questo punto di vista, si può iniziare a prendersene cura. Solo dal presente e nel presente si può parlare di benessere e di assistenza. D’altronde si inizia ogni giorno dall’oggi.

E allora come iniziare? Nella vita di tutti i giorni si può provare ad apportare piccole strategie di aiuto per i propri familiari con Alzheimer. Per esempio, usare lavagnette in casa per ricordare gli appunti e le medicine da prendere può essere un modo per aiutare le persone a ricordare. Anche tenere le medicine della mattinata può essere di aiuto. Insieme a queste piccole strategie, i più temerari possono provare a scandire la giornata del malato con un po' di musica: musiche diverse per ogni momento.
Con un po' di creatività si possono trovare semplici strategie per migliorare il clima emotivo dei tutti i componenti della famiglia.

Prendete spunto anche dal film!


Alice 



Fonti 

Genova, Perdersi
http://www.comingsoon.it/film/still-alice/50846/recensione/

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