Tu da che parte stai?
Oggi a cinema e dintorni parliamo di supereroi e... di giusto e sbagliato, quindi di giudizio morale. Lo spunto ce lo offe il nuovo film Marvel, Captain America Civil war: nel film, infatti, per la prima volta non si scontrano solo bravi e cattivi ma anche i bravi!
Senza fare spoiler, Civil War mette chiaramente in luce che definire “giusto o sbagliato” a volte è solo questione di punti vista. Infatti il giudizio morale è legato ai valori, il cui insieme diventa la guida per il nostro comportamento.
Il capitano Rogers e Tony Stark mettono in luce che si può classificare “giusta” un’azione che:
· Massimizza i benefici per sé e per gli altri e che spinge quindi a mettere in atto un comportamento utile (Tony);
· È messa in atto perché segue alcuni principi che sono slegati dal contesto d’azione e che possono essere considerati più o meno immutabili (Capitano).
Ma come si arriva a questo?
Fino a circa 10 anni i bambini identificano il bene e il male in base alle conseguenze che un’azione procura a loro stessi. In questo periodo per il bambino è più facile osservare le regole percepisce un vantaggio immediato e concreto per sé.
Con la preadolescenza e la tarda adolescenza le nozioni di giusto e sbagliato prendono in considerazione i rapporti interpersonali e i valori sociali. Per i ragazzi diventa importante vivere in conformità con le aspettative della propria cerchia sociale e ottenere l’approvazione da parte degli altri. Solo crescendo si affina la capacità di differenziare il proprio di vista da quello del gruppo, fino al raggiungimento dell’età adulta quando emergono valori basati anche su principi astratti e più etici. A questo punto si acquisisce la consapevolezza che le leggi e le regole sono relative e che possono essere validi solo se basati su principi universali e valori etici.
Con la preadolescenza e la tarda adolescenza le nozioni di giusto e sbagliato prendono in considerazione i rapporti interpersonali e i valori sociali. Per i ragazzi diventa importante vivere in conformità con le aspettative della propria cerchia sociale e ottenere l’approvazione da parte degli altri. Solo crescendo si affina la capacità di differenziare il proprio di vista da quello del gruppo, fino al raggiungimento dell’età adulta quando emergono valori basati anche su principi astratti e più etici. A questo punto si acquisisce la consapevolezza che le leggi e le regole sono relative e che possono essere validi solo se basati su principi universali e valori etici.
Partire dallo spunto dei film per riflettere in famiglia su cosa significhi giusto per ogni componente può diventare un’occasione di scambio ma, soprattutto, con i più piccoli può diventare l’occasione per introdurre il concetto di trasgressione da estendere magari a situazioni in cui la moralità gioca un ruolo chiave come il bullismo o l’abuso di sostanze.
Buona visione,
Alice & Maura
Se avete ancora voglia di supereroi.. passate da qui!
Fonti
Fonti
Camaioni, L., & Di Blasio, P.
(2002). Psicologia dello sviluppo. Il mulino.
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