Nel 2010 mi sono laureata in Terapia della Neuro psicomotricità dell’età
evolutiva presso l’Università Statale di Milano, e nel 2011 sono diventata
insegnante AIMI (Associazione italiana massaggio infantile).
Da subito mi sono dedicata alla
riabilitazione infantile, e ho potuto crescere in questo campo presso l’IRCCS
Medea, La Nostra Famiglia, a Bosisio Parini (LC), dove mi sono principalmente
occupata di bambini affetti da cerebrolesioni acquisite con deficit a livello
psicomotorio e della regolazione emotiva.
Nel frattempo, nel 2012 ho deciso
di iscrivermi alla facoltà di Psicologia presso l’Università Cattolica di
Milano.
A settembre 2015 mi sono laureata
in Scienze e Tecniche Psicologiche e
attualmente sono iscritta alla laurea Magistrale in Psicologia per il Benessere: empowerment riabilitazione e tecnologie
positive, sempre presso la medesima Università.
Insieme ad Alice, ho deciso di
avventurarmi nel mondo dell’empowerment familiare, perché nella mia esperienza
ho potuto capire quanto sia importante la famiglia come supporto e fattore
protettivo, ma anche come questa, in alcune situazioni particolari della vita,
possa aver bisogno di un aiuto per esprimere al meglio le proprie potenzialità!
Nel luglio 2015 mi sono laureata
in Scienze e Tecniche Psicologiche
presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. A ottobre ho
proseguito i miei studi intraprendendo la laurea magistrale in Psicologia per il Benessere: empowerment,
riabilitazione e tecnologia positiva.
Nel corso dei miei studi ho
partecipato a un progetto triennale presso una casa famiglia. Il progetto
prevedeva l’alfabetizzazione e l’educazione alle emozioni al fine di ridurre
l’insorgenza di stati d’animo eccessivamente negativi, ridurre la sofferenza,
aumentare l’autostima e la comunicazione efficace, la solidarietà e la
responsabilità verso il benessere personale e comunitario attraverso fiabe
animate e laboratori di espressione creativa.
A partire da questa esperienza ho
iniziato a interrogarmi sul valore del benessere, non solo di chi in qualche
modo soffre, ma anche della rete affettiva che lo circonda. Mentre mi ponevo
queste domande ho imparato a conoscere un’altra realtà, il morbo di Alzheimer.
Una malattia che mette a dure prova chi si ammala, ma anche la sua rete
familiare. Questo mi ha permesso di capire quanto sia importante prendere in
carico non solo chi “sta male” ma anche la realtà che lo circonda...la famiglia
o più in generale la rete affettiva che ognuno di noi porta con sè! Nel corso
dei miei studi ho sempre colto l’importanza di una rete familiare solida e
resiliente che sappia rispondere in modo efficace allo stress che una malattia
o il semplice scorrere del tempo produce.