"Il sostegno alle famiglie non deve mirare ad una trasmissione di certezze, ma permette una problematizzazione e uno sguardo riflessivo su ciò che si fa e su ciò che si è in grado di fare. non si tratta di dire ai genitori che sono "buoni o cattivi", ma di permettere loro di vedersi agire in quanto genitori e di aggiustare le loro pratiche partendo da un cambiamento che viene da loro stessi e che non è programmato da altri."
Oggi partendo da una provocazione, vogliamo parlarvi di un sogno nel cassetto che riguarda l'empowerment familiare.
La premessa da cui siamo partite è questa: essere genitori non è un'impresa facile, non è mai stato facile, ma è ancora più difficile oggi, in una società ricca di dinamiche sempre più complesse e di stimoli a cui rispondere e da cui difendersi.
"Un' azione, iniziativa importante e difficile"
E' importante che la famiglia in questo percorso che noi chiamiamo impresa, non sia lasciata sola, non solamente durante le fasi iniziali che possono apparire più difficoltose e problematiche agli occhi di tutti, ma anche quando sembra attraversa periodi di equilibrio, stabilità e serenità.
Ogni famiglia ha le proprie caratteristiche, i propri punti di forza e di debolezza e spesso nel nostro blog, abbiamo parlato di come sostenere i primi e di come affrontare e prendere azioni per i secondi.
Il buon funzionamento delle famiglie, dipende sopratutto dalla realizzazione di bisogni profondi dei genitori come coppia e come guida, dei loro progetti, delle loro aspirazioni individuali e comuni, basandosi su una buona qualità della comunicazione, sulla solidarietà e il rispetto reciproco, diventando così fondamentale la capacità di gestire i conflitti in modo pacifico, reciprocamente produttivo e positivo in un'ottica di empowerment.
Se chiediamo aiuto alla letteratura, troviamo tra i tanti articoli, un recente documento: il Compendium of Inspiring Practices on Early Intervention and
Prevention in Family and Parenting Support (ottobre 2012), a cura di Eurochild.
Questo documento, presentando alcune prassi significative in merito al sostegno familiare in ambito europeo, ha l'obiettivo di contribuire alla prevenzione in campo familiare garantendo un sostegno alla genitorialità e alla coesione sociale.
In particolare riportiamo:
- "Il sostegno alla famiglia e alla genitorialità è fondamentale per contrastare la
povertà infantile e promuovere il benessere dei bambini." Nello specifico, è importante valorizzare la cura, rafforzare i diritti dei bambini ma anche il diritto al benessere di tutti.
- Il sostegno alla famiglia si esplica favorendo un aiuto allo sviluppo delle competenze necessarie per adempiere al meglio le funzioni di genitori, aiutandoli nell'essere consapevoli del proprio ruolo, proponendo approcci tesi al "potenziamento e al consolidamento
dei punti di forza e non alla marcatura dei punti di debolezza, né tanto meno
alla stigmatizzazione". Questo comporta la creazione di servizi accessibili a tutti.
- "Le politiche familiari, ma anche i servizi e i programmi di supporto ai genitori,
dovrebbero consistere in approcci basati sull'evidenza e rispecchiare le
migliori pratiche." E' necessario individuare strategie che garantiscano l'efficacia e i migliori risultati nella cura dei bambini.
Partendo da queste premesse che possono apparire un po' teoriche, andiamo ora a definire quali siano le modalità preferibili da adottare come supporto familiare.
In accordo con quanto presentato nella rivista Italiana di Educazione familiare (2007), dovrebbero essere proposti setting pensati per l’attivazione dei partecipanti cioè di tutti i componenti della famiglia. Ciò significa pensare e progettare momenti di aiuto in cui:
• non vengano presentati modelli predefiniti di «genitori perfetti»
cui tendere: è importante sottolineare che ognuno sa essere il genitore migliore per il proprio figlio;
• non vengano giudicate e vengano rispettate le specificità proprie di ogni nucleo familiare
e di ogni singolo soggetto che compone la famiglia: ogni famiglia e ogni componente è diverso da un altro, è giusto sottolineare le capacità, le risorse e le specificità di ogni nucleo familiare;
• venga posta molta attenzione a tutte le variabili di contesto: non basta infatti guardare alla famiglia che arriva a chiedere aiuto, ma è necessario allargare lo sguardo a tutta la rete sociale che ruota intorno alla famiglia stessa;
• "gli operatori lavorino per perseguire un clima accettante, di ascolto,
non giudicante e improntato alla comunicazione ecologica": non è importante basarsi su grandi teorie e generalizzazioni, ma è necessario ascoltare la voce di chi è di fronte e dei problemi reali che vengono portati a galla;
• "si dia spazio alla «narrazione riflessiva», ossia momenti in cui il racconto,
autobiografico o meno, possa attivare processi di analisi critica su
temi specifici relativi all'essere genitori", in tal modo verranno aiutati i coniugi a riflettere sul loro ruolo e su come gestiscono alcune particolari dinamiche;
• vengano utilizzati strumenti quali simulazioni, role play, le tecniche di teatro per dare la
possibilità a tutti di mettersi in gioco e di provare a mettersi nei panni degli altri.
E voi genitori cosa ne pensate?
Potrebbe essere utile un programma di sostegno che prenda avvio da queste basi?
Prendereste parte nella progettazione di un percorso ad hoc, costruito da genitori per altri genitori?
A presto!
Maura & Alice
Fonti
Lidia Cadei, Ri-conoscere la famiglia, l'attività consultoriale tra intervento e ricerca, 2013
Mariagrazia Contini, Le famiglie oggi: problematicità e prospettive di cambiamento, rivista Italiana di Educazione Familiare, 2006
Alessandra Gigli, Quale pedagogia per le famiglie contemporanee?, rivista Italiana di Educazione Familiare, 2007
Elena Zambianchi, Supporto alla genitorialità: tipologie di intervento e percorsi formativi, Formazione e Insegnamento X, 3, 2012
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