Come star bene a scuola? La parola va ai ragazzi
Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie,
ma la risposta che dà a una tua domanda.
(Italo Calvino)
Che a empowerment familiare l’ordine
del giorno sia il benessere in ogni
situazione (dalla malattia alla vita quotdiana) ormai è chiaro.
Così oggi, a qualche settimana
dall’inizio della scuola (quando abbiamo letto insieme i pensieri del prof 2.0), abbiamo pensato di parlare di star bene a scuola. Eh sì, anche a scuola val la pena di star bene!
La scuola, infatti, viene
considerata tra i luoghi di crescita più influenti per lo sviluppo dei ragazzi.
Un luogo dove possono crescere intellettualmente, sviluppare il proprio
benessere e le proprie competenze relazionali. Eppure solo pochi riescono a
vivere realmente questa dimensione. Alcuni
si limitano a sopravvivere tirando avanti. Un’altra parte considera la scuola
come un posto alienante, spiacevole, privo di attrattiva da cui si vuole solo
fuggire il più in fretta possibile. Altri, invece, la abbandonano prima di aver concluso gli studi.
Nonostante questo gli adolescenti
riportano di avere fiducia nella scuola come istituzione ma potremmo dire che
hanno perso la fiducia nella dimensione relazionale. Infatti, gli studenti
riportano una crescente distanza tra i docenti, i contenuti e le modalità di
trasmissione del sapere.
Cruciale nella valutazione della
scuola da parte degli studenti è il tema della responsabilità, inserito
soprattutto nelle relazioni: ammettono di assumersi la propria responsabilità
rispetto agli eventi che li riguardano ma si mostrano altrettanto lucidi nel
chiedere agli adulti educatori di rispondere alle dinamiche che li coinvolgono.
Sono sempre i ragazzi a riportare
che gli insegnati hanno la tendenza a metterli nell’angolo pensando che la
famiglia sia la prima controparte educativa a cui rivolgersi. Così facendo i
ragazzi vengono messi in condizione periferica anche rispetto all’apprendimento.
Il suggerimento che arriva dai
giovani sembra essere che solo in un clima relazionale la scuola diventa capace
di trasmettere sapere ma anche palestra di vita nell’incontro con le differenze
dell’altro grazie all’esercizio della responsabilità e del pensiero critico. Sembra
che questa sia la domanda che le nuove generazioni ci pongono...
Cosa ne pensate?
Come rispondiamo? Da studenti, da genitori e
magari anche da insegnanti! ..siamo curiose di sentire la vostra!
Alla prossima,
Alice & Maura
Fonte
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