Nella nostra società le emozioni in generale vengono
scoraggiate. Benché senza dubbio il pensiero creativo, come ogni altra attività
creativa, sia inseparabilmente legato alle emozioni, è diventato un ideale
pensare e vivere senza emozioni.
Essere emotivo è diventato sinonimo di
instabile e squilibrato.
E Fromm
Vogliamo parlare oggi di emozioni che spingono e creano relazioni
nell’ambito adolescenziale e vogliamo partire con l’affermazione posta come titolo:
“Perché anche tu
sei importante!”.
“Se l’interno del cuore di un
adolescente è come una camera chiusa a chiave, il mio compito è quello di bussare
rispettosamente alla porta e aspettare una risposta.“ (N. Luxmoore)
Ai giorni nostri le emozioni sono
sempre più nascoste dietro ad emoticon, faccine gialle non sempre facili da
interpretare. Ci sono emozioni che è lecito provare ed esprimere, ed altre che
spesso ci troviamo a inibire o sopprimere.
In un’ottica di
empowerment e di
crescita personale, pensiamo che riconoscerle, etichettarle e dare un valore
siano le fondamenta per uno sviluppo sano e consapevole. L’idea che un adulto
giustifichi, legittimi le emozioni e i sentimenti provati da un adolescente,
sta alla base di una crescita solida e sicura.
Un primo passo verso i ragazzi è quello di capire cosa provano, a cosa tende il loro cuore e cosa cercano di dirci con alcuni comportamenti spinti da emozioni non sempre facili per loro (e forse anche per noi!) da categorizzare.
Winnicott (1965), descrive la
capacità di stare da soli come un’acquisizione evolutiva, distinguendo l’essere
fisicamente soli, dal sentirsi emotivamente soli.
Quando ci si lascia dal proprio
partner o ci si allontana dai propri amici, l’esperienza che si vive è
difficile e ancora più difficile risulta a chi non può contare su quel senso
internalizzato di relazione, che si costruisce solo quando “io mi sento
accettato e accolto per quello che sono”.
Le rotture dei rapporti,
qualsiasi essi siano, producono ansia e panico.
È un abbandono. Un abbandono vero.
Non è un “fidanzatino” che se ne
è andato, “l’amichetto del cuore” che si allontana. È parte del mio essere,
della mia vita e come tale è degno di attenzione e di rispetto.
Ogni dolore, ogni emozione è
degna di rispetto.
La vita turbina, scuote e smuove,
tutti. La vita corre carica di stimoli, di confusione, di aspettative, di
feste, di rumori. La paura di essere soli o di rimanere soli è una costante
nella vita dell’uomo in quanto essere sociale; paura ancora più pervasiva nel ragazzo/
ragazza che sta cercando di scoprire e costruire il proprio posto nel mondo.
Il
compito di noi educatori, deigenitori e degli adulti in genere, dovrebbe essere quello di aiutare gli
adolescenti a passare attraverso i fallimenti, le tristezze, le delusioni, le
gioie, le soddisfazioni, le fasi di transizione del crescere senza uscirne
distrutti quando le cose non vanno come ci si aspetta.
Ma come fare? Ecco dei semplici consigli:
- Non banalizzare quanto viene raccontato: chi ci racconta e ci dona parte del suo pensiero e della sua vita si mette a nudo di fronte a noi, è necessario sempre rispettarlo e valorizzarlo;
- Ascoltare: l'ascolto attivo è una delle prime forme di attenzione;
- Leggittimare: a volte è un bene legittimare e giustificare alcune emozioni provate, anche quando queste sono negative come la rabbia;
- Chiedere "permesso": lasciare la privacy e la scelta di raccontare, esprimere o meno quello che si prova è segno di rispetto, i ragazzi lo apprezzeranno!
- Essere una Presenza sicura: Esserci è un'altra forma di attenzione, essere il porto sicuro al quale poter tornare sapendo di trovare una base solida anche se autoritaria;
- Raccontare: sentire dai genitori ed educatori che anche loro hanno vissuto storie, esperienze simili aiuta i ragazzi perchè non li fa sentire soli. Le paure e i dubbi di oggi possono essere molto simili a quelli di "un pò di tempo fa"!
Aiutare gli adolescenti a leggere e comprendere le sfumature del mondo emotivo,
così come a distinguere emozioni transitorie da affetti consolidati, significa
allenarli a una migliore coscienza del proprio mondo interiore, alla tolleranza
emotiva e alla resistenza allo stress (Marmocchi, Dall’Aglio & Zannini,
2004), competenze trasversali, adattive e quindi utili in tutto l’arco di vita.
A presto
Maura & Alice
Fonti
Nick Luxmoore, Adolescenti con il cuore a mille
Marmocchi, Dall’Aglio & Zannini, Educare le Life Skills