Chiacchiere al telefono con la dott.ssa Sgroi
(Winnicot)
Nella settimana sull'ADHD abbiamo
contatto la dott.ssa Sgroi che, in collaborazione con il Servizio di Psicologia
dell’Apprendimento e della Educazione (SPAEE) dell’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano e l’Associazione Italiana Famiglie ADHD AIFA Onlus, ha
organizzato il campus estivo ADHD family
training, pensato per famiglie con bambini affetti da ADHD, per farci
raccontare da una esperta il ruolo chiave che la risorsa famiglia gioca
all’interno di una diagnosi di questo tipo.
La
terapia elettiva per l’ADHD è la terapia
multimodale: significa offrire un intervento alla famiglia, alla scuola e
al bambino.
L’intervento
alla famiglia, detto Parent Training, è la parte fondante di tutta la terapia dato
che il bambino trascorre la giornata con la famiglia. I genitori, attraverso il
Parent Training, imparano alcune strategie relazionali idonee ad aiutare il
figlio a migliorare il suo comportamento e a superare i suoi ostacoli. Vi sono,
poi, interventi educativi, detti Child Training, rivolti al bambino, che hanno
lo scopo di migliorare alcune aree deficitarie come l’attenzione, il
comportamento impulsivo, le abilità sociali. Di solito questi due interventi
vengono affrontati in modo separato e la famiglia sa poco di quello che fa il
bambino e il bambino non sa cosa fanno i genitori “Così abbiamo pensato, anche sulla base delle poche esperienze italiane
e alcune fatte all’estero, di offrire una esperienza di campus familiare. Abbiamo
pensato di unire anche l’aspetto della vacanza per rendere più piacevole la
situazione. Tutto parte da qui, poi si è cercato un posto di vacanza comodo per
dare la possibilità di partecipare a tutte le famiglie d’Italia, quindi non lo
facciamo in provincia di Milano ma a Massa, comodo per le famiglie di altre
regioni. “
“Le necessità
fondamentali di un bambino con ADHD sono quelle di poter vivere con dei ritmi
prevedibili, quindi, una organizzazione delle regole con delle routine che non
cambiano mai”. Tutto questo perchè il disturbo ADHD porta il soggetto a
vivere caoticamente, quindi è necessario che la quotidianità sia regolata.
Questo è possibile soprattutto grazie alla famiglia. “Per esempio è importante aiutare il bambino a svegliarsi sempre alla
stessa ora e compiere sempre gli stessi gesti, non in modo da diventare robot,
però da dare la possibilità di automatizzare. Per esempio: uno la mattina si
alza e tira su i bambini per portarli a scuola, non sono ADHD e allora in base
al momento “dai vieni prima tu!” o “fai prima la colazione e poi ti vesti!” o “senti,
vestititi che intanto ti preparo la colazione!”. Con un bambino ADHD è
importante stabilire delle sequenze che vanno sempre rispettate, perché il
bambino ADHD tende a procrastinare e si distrae facilmente: se le azioni da
compiere non sono automatizzate, quindi non devono essere decise momento per
momento, anche solo il semplice alzarsi la mattina e andare a scuola può
diventare un problema per tutta la famiglia! Al campus si è lavorato
soprattutto su questa dimensione durante il Parent Training: insegnare queste
regole e costruire insieme dei planning della giornata per aiutare meglio i
genitori a organizzarsi.
Inoltre, il Parent Training fornisce supporto alla famiglia nel modificare gli
interventi educativi. Di solito, infatti, gli schemi educativi tradizionali,
prevedono che se un bambino fa qualcosa viene punito. Con un bambino ADHD che
meriterebbe sempre di essere sgridato, perché il suo deficit neurobiologico lo
spinge ad agire impulsivamente e distrattamente e iperattivamente, un eccesso
di punizioni e di sgridate va a sommarsi a tutte le critiche che riceve negli
altri ambiti e quindi “bisogna un po’
salvaguardare l’autostima di questi ragazzi”. Si suggerisce quindi ai genitori di modificare i loro
interventi educativi mettendo piuttosto in risalto le risorse positive dei loro
figli. Si suggerisce anche di utilizzare premi e gratificazioni che, se associate al comportamento corretto,
favoriscono il ripresentarsi di tale comportamento. Dunque, si insegna ai
genitori come e quando punire modificando il comportamento educativo
tradizionale.
I genitori
hanno la possibilità di aiutare i figli anche nello sviluppo relazionale. “I genitori possono, vivendo con loro tutti
i giorni, favorire le occasioni di socializzazione ma anche suggerire le
modalità corrette di relazionarsi che spesso i bambini con ADHD non hanno”.
Ai
genitori inoltre, durante il Parent Training, è indicato come migliorare la
vita scolastica del bambino: qual è l’aiuto più efficace per i compiti a casa,
come migliorare il dialogo scuola-famiglia (essenziale come supporto allo
studente), ecc.
Del
campus ci saranno altre edizioni. Sarà la struttura organizzatrice a divulgare
l’informazione attraverso i canali più consoni che possono essere i pazienti
dei professionisti coinvolti, le neuropsichiatrie territoriali, i centri ADHD e
le associazioni di famiglie.
Continuate a seguirci.. nel weekend nuovi spunti!
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Alice&Maura
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