"Perché il problema resta quello di sempre, l'indifferenza è un muro trasparente"
Nek, Credere Amare Resistere
Ecco online la nuova campagna di comunicazione dell’associazione CoorDown Onlus, pensata in onore della giornata mondiale sulla sindrome di Down.#howdoyouseeme, ve la riproponiamo oggi per la nostra rubrica Cinema e dintorni.
Le due protagoniste al femminile nel video sono rispettivamente Olivia Wilde e AnnaRose, ragazza con la Sindrome di Down.
Nel video la vita di AnnaRose è interpretata da Olivia Wilde; Una giovane donna dallo sguardo fiero, profondo, si guarda allo specchio e racconta come si vede: "This is how I see myself", "As a person you can rely on", le emozioni, i sentimenti, i traguardi raggiunti.
L'obiettivo è quello di promuovere una riflessione su come le persone affette da Sindrome di Down vedono se stesse, in confronto a come queste sono viste dagli altri, essendo spesso vittime di discriminazioni basate su preconcetti e stereotipi.
I pregiudizi e gli stereotipi, accompagnano da sempre, l'esistenza umana. In particolare il pregiudizio, viene definito in letteratura, come un giudizio precedente all’esperienza o in assenza di
dati sufficienti. Identifica inoltre, quella tendenza dell'uomo, a considerare in modo ingiustificatamente sfavorevole o favorevole un determinato gruppo sociale e i suoi componenti.
Questo si crea in maniera dinamica nei bambini e negli adulti, nel momento in cui si cerca in autonomia di capire e valutare il mondo sociale a partire dalle proprie risorse cognitive.
Accanto al pregiudizio, troviamo il concetto di discriminazione, che viene definito invece come l'insieme di comportamenti positivi o negativi diretti a individui sulla base della loro appartenenza a un determinato gruppo sociale, o, come ci presenta AnnaRose in questo filmato, in base alla loro disabilità.
Insieme a questi concetti, possiamo definire gli stereotipi sociali. Questi hanno origine da un processo di categorizzazione sociale, cioè nell'attribuzione di alcuni tratti in comune a tutti gli individui che sono membri di un gruppo e nell’attribuire ai membri stessi, alcune differenze rispetto a membri di altri gruppi. Gli stereotipi sociali, introducono la semplicità e l’ordine, là dove sono presenti complessità e variabilità.
L'uomo, è quindi portato a compiere delle categorizzazioni sociali, per semplificare la quantità innumerevole di informazioni che gli arrivano dall'esterno.
Spesso davanti al "non noto", vengono messi in atto dei comportamenti di difesa, che portano a mettere in campo stereotipi e pregiudizi inefficaci e negativi, e purtroppo questo accade molto frequentemente quando si incontra la disabilità.
E' il processo di pensiero che viene guidato dal sistema intuitivo, veloce, spesso non conscia.
Da qui l'importanza di conoscere questo modo che ognuno di noi ha di categorizzare le cose e le persone, per contrastarlo quando fallisce, e quando ci porta a compiere delle considerazioni poco funzionali o poco etiche.
Questo è quello che ci insegna questa campagna, anche se tutti vedono in AnnaRose, una ragazza affetta dalla sindrome di Down, AnnaRose non è la sindrome di Down, ma è una figlia, una sorella e molte altre cose.
"Come mi vedi?", potrebbe anche fare da sfondo a molte conversazioni con amiche, con adolescenti, e con ragazzi e ragazze che incontriamo ogni giorno, ma anche a molte conversazioni fatte allo specchio, con noi stessi.
La campagna ‘How Do You See Me?’ è stata realizzata insieme a DSi – Down Syndrome International e con il contributo di Down Syndrome Australia, Down’s Syndrome Association (UK), Fondation Lejeune e Les Amis d’Eléonore (Francia).
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