Il fotografo di Matrimoni
Mi è capitato oggi tra le mani un articolo, leggendo tra le ultime notizie,
quelle che appaiono nella schermata principale del cellulare, che definirei un regalo, e come ogni bel regalo.. non potevo non condividerlo!
Il fotografo di Matrimoni: “L'amore vince sulla guerra”, così scrive il Quotidiano, “La vita continua” Repubblica.
In breve: loro sono Nada Merhi di 18 anni e Hassan Youssef di 27, che posano davanti all'obiettivo del fotografo mentre tutto intorno si vedono solo edifici in macerie e silenzio…il vuoto.
Il fotografo di Matrimoni: “L'amore vince sulla guerra”, così scrive il Quotidiano, “La vita continua” Repubblica.
In breve: loro sono Nada Merhi di 18 anni e Hassan Youssef di 27, che posano davanti all'obiettivo del fotografo mentre tutto intorno si vedono solo edifici in macerie e silenzio…il vuoto.
Ci sono loro, sposi, con il loro
amore che vince sulla distruzione e che riempie con una forza disarmante le vie
del paese. Scatti surreali, sembrano addirittura fotomontaggi se si considera
il contesto, ma non è così.
Il fotografo è Jafar Meray, 22
enne che spiega: "Vorrei che le mie foto seminassero speranza nei cuori
della mia gente. Il mio messaggio è di pace".
La città e quella di Homs, ma mi
fermo qui con le notizie geografiche e storiche, perché il resto si sa, si
conosce, fa notizia.
Quello che mi ha colpito è il contrasto forte che viene ad intrecciarsi tra la voglia di questi ragazzi di costruire qualcosa insieme e la distruzione intorno: il desiderio di formare una famiglia, di unirsi, in un angolo di mondo in cui tutto si divide e si separa.
Analizzando più in profondità, sappiamo che, la relazione coniugale, l'unione di due persone, trova le basi in un patto di fiducia reciproco che vede nel matrimonio il suo atto pubblico, esplicito e il suo rito di transizione.
Fa pensare che questa scommessa di una fiducia venga fatta e fotografata in un paese in guerra, in cui probabilmente, in questo momento storico, si guarda con diffidenza anche il vicino di banco a scuola.
Dietro ad una fotografia di questo tipo, ci sono impegno, responsabilità e trascendenza personale, il superamento di un individualismo e indipendenza che spinge ad una soddisfazione, immediata e poco duratura, di un desiderio fugace.
Un gesto forte, anche in relazione a quello che Bauman, sociologo, definisce "Amore liquido", in un mondo di connessioni e poche relazioni, il segno di unione in un ambiente di divisione è un rimando a quella solidità dei rapporti, che da sempre l'uomo, in quanto essere sociale, cerca.
Quello che mi ha colpito è il contrasto forte che viene ad intrecciarsi tra la voglia di questi ragazzi di costruire qualcosa insieme e la distruzione intorno: il desiderio di formare una famiglia, di unirsi, in un angolo di mondo in cui tutto si divide e si separa.
Analizzando più in profondità, sappiamo che, la relazione coniugale, l'unione di due persone, trova le basi in un patto di fiducia reciproco che vede nel matrimonio il suo atto pubblico, esplicito e il suo rito di transizione.
Fa pensare che questa scommessa di una fiducia venga fatta e fotografata in un paese in guerra, in cui probabilmente, in questo momento storico, si guarda con diffidenza anche il vicino di banco a scuola.
Dietro ad una fotografia di questo tipo, ci sono impegno, responsabilità e trascendenza personale, il superamento di un individualismo e indipendenza che spinge ad una soddisfazione, immediata e poco duratura, di un desiderio fugace.
Un gesto forte, anche in relazione a quello che Bauman, sociologo, definisce "Amore liquido", in un mondo di connessioni e poche relazioni, il segno di unione in un ambiente di divisione è un rimando a quella solidità dei rapporti, che da sempre l'uomo, in quanto essere sociale, cerca.
“La credenza che la persona
ha in ciò che è in grado di fare, in diverse situazioni,
con le capacità che
possiede”
(Borgogni,2001).
A presto!
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