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Questo blog nasce all’interno del nostro percorso in Psicologia del benessere, una nuova aria che si respira tra i corridoi della Facoltà.

L’idea è far scoprire alle persone le potenzialità che hanno per poter affrontare al meglio le sfide di ogni giorno.

Abbiamo deciso di avventurarci nel mondo dell’empowerment familiare, perché, attraverso le nostre esperienze abbiamo avuto modo di toccare con mano quanto sia importante la famiglia come fonte di supporto e come fattore protettivo, ma anche come questa, in alcune situazioni particolari della vita, possa aver bisogno di un aiuto!

Curiosi di saperne di più? vi aspettiamo qui!! :)

Alice & Maura

venerdì 26 febbraio 2016

Empowerment familiare a tu per tu con una famiglia

La famiglia: un'impresa con un pizzico di follia



"Non c’è niente che ti rende più folle del vivere in una famiglia. 
O più felice. 
O più esasperato. 
O più… sicuro."
(Jim Butcher)

Essere genitori di figli piccoli è sicuramente un'avventura meravigliosa, ma la vera sfida inizia quando i figli crescono e diventano maggiorenni.

Così abbiamo pensato di fare due chiacchiere con una famiglia di “adulti” due genitori e due figli grandi: una all’università e uno appena laureato. All’intervista hanno partecipato mamma Carla, papà Luca e Andrea. L’immagine con cui hanno scelto di rappresentarsi è questo angelo: un quadrifoglio che rappresenta la fortuna, ma anche l’unione di quattro personalità differenti.

Cosa significa per voi essere genitori?
Luca: essere genitore lo scopri solo vivendo perché giorno per giorno ci sono novità, ci sono improvvisazioni e ci sono un milione di cose che devi scoprire e che possono diventare bagaglio dell’esperienza che hai vissuto anche da figlio. Essere genitore è un’impresa (sorride) che giorno per giorno scopri. Ogni giorno c’è una pagina bianca da scrivere per essere genitore. Poi, non è detto che questa pagina sia buona o cattiva quindi è un lavoro lungo e difficile e non si sa mai se riesci..forse solo alla fine..capirai se hai fatto bene il tuo “lavoro” da genitore.
Carla: per me invece è una questione di dare e avere. Mi spiego, si parte come genitori quindi insegnando ai figli e prendendoli per mano. Pian pianino nel susseguirsi degli anni si capovolge la situazione, tu capisci che hai bisogno dei figli e sono loro a prenderti per mano. Se si riesce si instaura un rapporto bellissimo di complicità, perché secondo me la famiglia resta il luogo...non più sicuro del mondo, ma poco ci manca!...la mia famiglia è così, non la cambierei di una virgola. Essere genitori secondo me è questo: insegnare per un periodo della vita, imparare per altri. E poi comunque è un bel fardello. Su questo non ci piove...proverete ragazzi!
Andrea: secondo me essere genitore..non è un mestiere, ma una delle cose più difficili del mondo, lo definirei un equilibrio instabile, dove non sai mai se hai fatto bene o se hai fatto male, se hai dato troppo o dai dato poco..e quindi un equilibrio instabile.

Essere figlio
Andrea: Essere figlio è più facile, perché hai sempre qualcuno su cui puoi contare e hai qualcuno che può darti delle certezze nella vita che altre persone nella vita, al di fuori dei genitori, sicuramente non possono darti.
Essere una famiglia
Carla: beh la nostra famiglia è una bella impresa, nel senso che siamo quattro persone completamente diverse. Essere una famiglia, è come essere un genitore, una cosa bellissima perché hai delle persone sui cui puoi contare. La famiglia è sacra, è, come dicono, una chiesa domestica, perché qui si impara, qui o ti pieghi o ti spezzi o tiri su la testa e ti aiuti soprattutto, o ti fai forza l’uno con l’altro..magari ti mandi anche a quel paese, però sei sempre tu. A noi basta guardarci in faccia e ci capiamo.
Andrea: io uso la metafora della barca. Nel senso che a volte c’è chi è sull’orlo per andarsene e tutti fanno di tutto per tirarlo su. C’è chi è più in difficoltà in quel momento e quindi ha bisogno di essere aiutato, chi in quel momento è più forte e può aiutare, ma nella tempesta, che è la quotidianità delle nostre vite.. è la barca che rappresenta una famiglia, si sta tutti uniti e tutti devono cooperare per fare in modo che la barca superi le difficoltà e che nessuna vada perso. La barca va verso il mare aperto.
Luca: la famiglia è una cosa che si crea dal nulla...è un’unione. È una cosa che va avanti di continuo, è working progress. Perché le persone crescono e cambiano quindi bisogna sempre riconfrontarsi e ritrovarsi. Poi è vero che ci si ritrova, ci si aiuta, ci si scanna...però è sempre un legame indissolubile che anche quando non ci sarà più...sarà sempre un legame. Quando i figli andranno fuori casa... la famiglia non è che non ci sarà più...

Cosa vi hanno insegnato i vostri figli?
CarIa: i miei figli, sinceramente, mi hanno insegnato tante cose. Da genitore mi hanno insegnato che devi tirare fuori le unghie nel momento giusto, devi avere pazienza. Dal punto di vista culturale e intellettuale sono sempre loro ad aver insegnato a noi, su questo non ci piove, poi mi hanno insegnato anche dove io sbaglio il rispetto. Soprattutto Andrea mi ha insegnato il dare tanto agli altri. Con lui abbiamo imparato a metterci in gioco e a metterci alla prova: nel senso, le persone hanno bisogno e allora buttiamoci, che non è poco, eh, perché non è sempre facile al giorno d’oggi. Abbiamo anche un modo di parlare diverso, se mi vesto male loro te lo dicono. Da genitore ci sono delle cose che ti tengono al passo...ci sono anche cose difficili, ma è bello.
Luca: A un certo punto cominci ad imparare, cominci a capire il loro punto di vista, cominci ad apprendere e a capire come se ti trovassi dall’altra parte. In questo momento qua, più crescono più loro hanno da insegnarti, o meglio, ri-aggiornarti perché a volte ti rendi conto di avere dei paletti e una mentalità un po’ più ferma in confronto ai tempi che vanno e loro sono comunque più aperti e hanno delle menti più progressive. Vedono più avanti, ti danno consigli, ti aiutano..a stare a galla..mentre faresti più difficoltà. C’è sempre da imparare.

Cosa ti hanno insegnato i tuoi genitori?
Mio papà mi ha insegnato l’umiltà, nel senso che mio papà mi ha sempre insegnato a essere umile, a prendere le cose per come sono, cioè non terra terra, ma imparare a guardare le cose sempre dal punto di vista molto materiale, fare meno voli pindarici, ma mettersi, rimboccarsi le maniche per ottenere i risultati perché quello è uno delle poche strade in cui la vita di può dare soddisfazioni. Giorno per giorno nell’impegnarsi nella quotidianità senza gesti eclatanti, ma soprattutto con costanza, si possono ottenere dei risultati. Un uomo di poche parole, ma di grandi gesti.
Mia mamma mi ha insegnato a sorridere alla vita. Perché qualsiasi cosa succeda mi ha insegnato a vedere i lati positivi, a prendere la vita con un sorriso.

Cosa vi piacerebbe lasciare ai vostri figli?
Carla: in questo momento lascerei ai miei figli la mia passione, io faccio sempre le cose buttandomi, magari sono anche un po’ così..e poi anche un po’ della mia pazzia. Perché se no la vita cosa sarebbe?
Luca: io la mia concretezza e la mia ponderatezza...cose che a volte recepiscono e a volte no. Altro non laascerei...perchè secondo me sono già abbastanza completi così.

Avete riconosciuto di cosa stiamo parlando? L'argomento centrale sono le transizioni, nello specifico le transizioni all'età adulta. Oggi, se ne identificano due tipi: il passaggio da adolescente a giovane adulto e il passaggio da giovane adulto ad adulto. Si tratta di una impresa che ogni famiglia vive e a cui partecipano genitori e figli in modo diverso. Quando i figli crescono arriva il momento di riconoscerli e differenziarli all’interno della storia familiare. Porsi domande come queste in famiglia, può essere un modo per iniziare a riconoscere il valore di ognuno e aprirsi alla crescita.

Alice

Fonti

Scabini, Iafrate, Alla ricerca del familiare, il modello relazionale simbolico, 2012

2 commenti:

  1. Mi piace sottolineare che mi ritrovo molto in ciò che questa famiglia ha raccontato di se'....E' proprio cosi' nell'ambito famigliare ci sono sempre due metà: quella pacata tranquilla e concreta e quella passionale, entusiasta e "pazzoide". Se paragonassimo la Famiglia ad una ricetta, credo che questi ingredienti non debbano mai mancare. E non possono mancare i miei complimenti per tutti gli argomenti trattati in questo blog.

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    1. La famiglia può essere veramente paragonata a una ricetta! Magari alla maionese: ingredienti semplici e una lavorazione esperta che deve essere ben dosata ;) Continua a seguirci, i commenti dei lettori sono sempre preziosi :)

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